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Se si è donna non si può non ritrovarsi in almeno una delle «confuse» donne della fantasmagorica galleria messa su dalla grande Franca Valeri ne Le catacombe del 1962. C’è la moglie e l’amante, poi c’è una giovane amante, ma anche una nuova amante ed una vecchia, insospettabile, ancora una volta, amante. Tutte amiche? Tutte amanti? Forse. Una cosa
è certa: Tutte si ritrovano, per casualità o per necessità, in una casa di fresco dipinta, ancora in via di arredo, in cui fa capolino un uomo tanto ambito, quanto confuso. Forse a causa di troppe donne? Gli unici a capirci qualcosa, probabilmente, saranno i due camerieri, una umile e belloccia romana alla ricerca incessante di un marito e l’altro, un maggiordomo che, in cerca di lavoro, troverà anche altro.
In questa commedia si respira ironia, equivoco, ricerca, persino surreale e un soffio di anni ’60 che è sempre bello ritrovare nella loro inquieta magia. Un racconto di una donna sulle donne e sull’importanza di non prendere troppo sul serio il sentimento dei sentimenti, l’Amore.